Io, i miei coetanei e le generazioni precedenti a noi, sono cresciuti con un'opposizione netta tra due posizioni politiche, definite con i termini oggi molto problematici di "destra" e "sinistra".
Alla lotta per i diritti dei lavoratori e per il welfare si accompagnava una visione progressista della vita civile, con l'idea che il superamento delle vecchie istituzioni (la famiglia, la patria, la chiesa) sarebbe stato di grande beneficio per la creazione di una società più libera e felice. Il paradigma del "libero amore" è l'espressione più emblematica di tutto ciò, in una posizione politica un po' strana ma molto feconda che vedeva i metalmeccanici e gli hippie dallo stesso lato della barricata.
Viceversa, chi si definiva di "destra" era per il libero mercato e le privatizzazioni, e allo stesso tempo portatore di una visione conservatrice della vita civile, quella che chiamavamo - con disprezzo - "morale borghese". Dio, famiglia, sobrietà, quella roba lì.
Avevo quattordici anni quando ragionavo secondo questi schemi, oggi ne ho trentatrè e le cose sono cambiate in modo evidente e profondo, anche se nessuno delle persone che mi sta attorno sembra percepire la cosa come un problema.
Mi spiego: la parte politica che oggi propugna gli ideali etico-morali della (fu) sinistra, è la stessa che propugna quelli politico-economici della destra liberale.
Del resto, se la vecchia "morale borghese" cade a pezzi è perchè non è più funzionale agli interessi del capitale. Oggi non ci vogliono più famiglie unite e devote che diano figli-lavoratori alla patria, ma consumatori casuali in perenne stato di bisogno.
Un punto importante non suffragato da studi scientifici, ma che è solo una mia impressione, è che a livello personale l'aspetto etico-morale giochi un ruolo preponderante rispetto a quello strettamento politico-economico, probabilmente perchè dal punto di vista psicologico questo aspetto è sentito in misura maggiore rispetto alle dottrine economiche. Non solo, le questione etico-morali sono anche più facili da capire, ed è più facile prendere posizione su di esse in un senso o in un'altro.
Queste questioni rimangono, a quanto vedo, al di sotto della soglia della coscienza nella maggior parte delle persone che conosco. Sono problemi irrisolti ma in qualche modo negati alla radice perchè destabilizzano troppo, suggerendo che in molti casi sia opportuno rivedere le proprie posizioni.