Un altro blog

Ad un certo punto mi sono reso conto che se avessi dovuto aprire un blog per ogni cosa che mi piace, mi interessa o ho semplicemente voglia di condividere ne avrei dovuto aprire una ventina. Fino ad ora ho fatto così e la cosa non ha funzionato: troppe cose dette in modo troppo sparpagliato. Ora questo è il mio unico blog, senza fronzoli e senza pretese: qui c'è tutto quello che ho voglia di raccontare. Ciao.

ATTENZIONE

A quanto pare è successo qualcosa di strano e molte delle immagini presenti nel blog sono sparite, compresa l'intestazione. Non ho idea di cosa sia successo, forse è colpa delle scie chimiche che mi faccio davanti al pc.
Mi scuso per il disagio e cercherò di riparare i danni appena possibile, nel frattempo i post sono ancora on-line quindi potete leggerli lo stesso.

martedì 12 giugno 2018

Ridefinire i termini dello scontro

La mia generazione è cresciuta in un mondo diverso rispetto a quello in cui viviamo oggi. I punti di riferimento culturali e politici e le prospettive da cui li guardiamo sono mutati in modo sostanziale negli ultimi anni.
Io, i miei coetanei e le generazioni precedenti a noi, sono cresciuti con un'opposizione netta tra due posizioni politiche, definite con i termini oggi molto problematici di "destra" e "sinistra".
I concetti di "destra" e "sinistra" avevano una duplice natura: da un lato strettamente politico-economica, dall'altro etico-morale. Questa duplice natura non era oggetto, se non in rari casi, di problematizzazione.
Alla lotta per i diritti dei lavoratori e per il welfare si accompagnava una visione progressista della vita civile, con l'idea che il superamento delle vecchie istituzioni (la famiglia, la patria, la chiesa) sarebbe stato di grande beneficio per la creazione di una società più libera e felice. Il paradigma del "libero amore" è l'espressione più emblematica di tutto ciò, in una posizione politica un po' strana ma molto feconda che vedeva i metalmeccanici e gli hippie dallo stesso lato della barricata.
Viceversa, chi si definiva di "destra" era per il libero mercato e le privatizzazioni, e allo stesso tempo portatore di una visione conservatrice della vita civile, quella che chiamavamo - con disprezzo - "morale borghese". Dio, famiglia, sobrietà, quella roba lì.
Avevo quattordici anni quando ragionavo secondo questi schemi, oggi ne ho trentatrè e le cose sono cambiate in modo evidente e profondo, anche se nessuno delle persone che mi sta attorno sembra percepire la cosa come un problema.
Mi spiego: la parte politica che oggi propugna gli ideali etico-morali della (fu) sinistra, è la stessa che propugna quelli politico-economici della destra liberale.
L'uomo di sinistra del 2018 è combattuto tra l'adesione a quei valori di libertà che finalmente si stanno realizzando - vedasi le unioni civili, la legalizzazione delle droghe leggere, la secolarizzazione galoppante della nostra società - e quei meccanismi economici liberali e capitalisti che stanno rendendo il mondo occidentale sempre più povero, sempre più precario, sempre più disastrato.
L'uomo di sinistra nel 2018 è un'entità schizofrenica (nel senso etimologico: cioè che la sua mente è scissa, separata, frammentata) in cerca di se stessa.
E' tentato di dare forza a quella parte politica che vuole permettere ai gay di sposarsi, ai ragazzi di girare il mondo, che vuole una società laica e aperta e multiculturale ecc., ma è consapevole - quando lo è - che quella stessa parte politica ha venduto l'occidente (l'italia, l'europa, gli usa) a una serie di gruppi bancari privati e di multinazionali, uccidendo il welfare, il lavoro, e puntando una pistola alla tempia della democrazia.
Del resto, se la vecchia "morale borghese" cade a pezzi è perchè non è più funzionale agli interessi del capitale. Oggi non ci vogliono più famiglie unite e devote che diano figli-lavoratori alla patria, ma consumatori casuali in perenne stato di bisogno.
Un punto importante non suffragato da studi scientifici, ma che è solo una mia impressione, è che a livello personale l'aspetto etico-morale giochi un ruolo preponderante rispetto a quello strettamento politico-economico, probabilmente perchè dal punto di vista psicologico questo aspetto è sentito in misura maggiore rispetto alle dottrine economiche. Non solo, le questione etico-morali sono anche più facili da capire, ed è più facile prendere posizione su di esse in un senso o in un'altro.
Questo è tanto più un problema se si considera il fatto che dal punto di vista oggettivo l'aspetto economico-politico ha delle conseguenze di gran lunga più significative rispetto a quello etico-morale.
Queste questioni rimangono, a quanto vedo, al di sotto della soglia della coscienza nella maggior parte delle persone che conosco. Sono problemi irrisolti ma in qualche modo negati alla radice perchè destabilizzano troppo, suggerendo che in molti casi sia opportuno rivedere le proprie posizioni.
Auspico, però, che la questione venga a galla al più presto, e che si ridefiniscano i termini dello scontro.

domenica 3 giugno 2018

Sulle dichiarazioni del ministro Fontana

Due parole sul tema "gente di sinistra che vota m5s" e sulle dichiarazioni del ministro Fontana.

Alle ultime elezioni parte dell'elettorato - quello povero, per dirla senza peli sulla lingua - di sinistra si è trovato in una condizione piuttosto spiacevole.

Da un lato abbiamo il PD (e LEU, che altro non è che un'appendice dello stesso fatta per intercettare quelli che se non vedono il rosso non ci mettono la X), una forza politica progressista dal punto di vista dei diritti civili, che ha fatto molti passi avanti nel riconoscimento delle unioni di fatto e in generale dei diritti delle minoranze. Questa stessa forza progressista si è però dimostrata sorda e cieca (quando non direttamente distruttiva) per quando riguarda lo stato sociale.

Dall'altro lato abbiamo il m5s che - a parole, vedremo ora nei fatti - ha sempre affermato di voler riportare un po' di giustizia sociale ma che sul campo dei diritti civili si è mostrato sempre tiepido. Movimento che al governo è affiancato dalla Lega - che ha preso una bella quota di voti da parte della classe operaia al nord per motivi analoghi, principalmente per la sua avversione alla Fornero - che è decisamente conservatrice dal punto di vista dei diritti civili.

La mia idea è che non si dovrebbe essere nella condizione di dover scegliere tra i diritti civili e quelli sociali, li ritengo entrambi patrimonio di quella che - non so più a che diritto in effetti - continuo a chiamare "sinistra".
Ma ad un certo punto ci si deve arrendere alla realtà e ammettere che l'immagine del grande partito di sinistra che difende i diritti dei lavoratori è niente più che una fantasia polverosa.

Preso atto di ciò - ci sono voluti anni di continue delusioni - non mi stupisce per niente che la grande massa dei disoccupati/precari/sfruttati sia stata ben più preoccupata della questione del lavoro e dello stato sociale più che dei diritti civili.

Tanto, per farla breve, senza soldi, senza casa, senza lavoro, senza sicurezza sociale, che tu sia gay o etero, che tu voglia essere una madre amorevole angelo del focolare o una donna libera e indipendente, ti ritroverai comunque a fare una vita di merda.

martedì 29 maggio 2018

L'edificante storia dell'architetto e del tizio che voleva ristrutturare casa

Dal vangelo secondo Franz Karpanov leggiamo questa parabola edificante e dall'importantissimo insegnamento morale:

Un giorno un uomo voleva ristrutturare casa.
Andò quindi da un architetto, famoso per la sua abilità e la sua inventiva, chiedendogli di mettersi al lavoro.
Dopo un mese i lavori erano terminati e l'uomo tornò nella sua casa.
Il giorno dopo si accorse che una tubatura perdeva. Poi una finestra si staccò e rovinò a terra. Dopo qualche giorno fu la volta dell'impianto elettrico che andò in cortocircuito, e le perdite di gas dalla caldaia. L'uomo, deluso e arrabbiato, tornò dall'architetto.

"Hai fatto un lavoro di merda" disse
"E tu come fai a saperlo?" rispose l'architetto
"La casa cade a pezzi" rispose l'uomo
"Ma tu, per caso, sei laureato in architettura?"
"Ehmm, no, ma non capisco cosa cen..."
"E allora come ti permetti di dire che ho fatto un lavoro di merda, tu che sei ignorante in materia?"
"La casa cade a pezzi" ripetè l'uomo.
"La casa va benissimo" disse l'architetto, e si lanciò in una complicatissima spiegazione sul perchè la situazione era rosea, mostrando calcoli matematici, coefficienti, test sui materiali usati e via dicendo.
"Non ci ho capito un cazzo" disse l'uomo
"E' questo il problema, le persone che non capiscono e non sanno, eppure hanno la pretesa di mettere bocca su cosa è buono e cosa no. Certo, la casa non è ancora perfetta, ma sono orgoglioso del lavoro fatto fino ad ora. Abbiamo fatto il massimo, ma se mi darai ancora fiducia tornerò e sistemerò tutto"

L'uomo, che era di buon cuore (e anche un po' fesso) si lasciò convincere. L'architetto tornò al lavoro, si diede da fare per un paio di settimane e restuituì all'uomo le chiavi di casa.
La casa, però, era ancora più disastrata di prima. I mobili erano tutti storti, le porte cigolavano, anche gli elettrodomestici erano stati sostituiti con altri più scarsi. Vistose macchie di umidità si diffondevano sui soffitti. Le assi scricchiolavano e pioveva dentro. Una puzza di fogna abominevole veniva dal bagno, in cui il cesso aveva la tavoletta rotta e poggiata accanto al muro. I materassi giacevano a terra, sventrati, i cuscini erano sudici come se qualcuno ci avesse camminato sopra.
I pavimenti erano disseminati di escrementi di animali, nella sala da pranzo faceva bella mostra di sè un enorme cumulo di letame, mentre alcune carogne erano state lasciate a marcire nel cortile, circondate da mosche e dal fetore nauseabondo che da sempre accompagna i cadaveri.

"Sei impazzito?" urlò l'uomo, correndo sconvolto dall'architetto "che cosa hai fatto, fottuto bastardo psicopatico? Voglio indietro i miei soldi, pezzo di fango!"
"Questo è il linguaggio dell'odio e del risentimento, ed è inammissibile" disse l'architetto "considerato l'impegno che ci ho messo. Non si poteva fare altrimenti, considera che..." e seguirono buoni venti minuti di spiegazioni tecniche, con dati alla mano, grafici e calcoli "quindi converrai con me sulla bontà del lavoro fatto"
"Non ho capito un cazzo di quello che hai detto"
"Perchè tu non sei un architetto, come pretendi di capirlo? Devi essere responsabile e fidarti di me che sono preparato e so quello che faccio"
"Brutto stronzo, la casa era vecchia e acciaccata ma vivibile, da quando ci hai messo le mani tu è diventata l'incarnazione stessa della sfacelo"
"La questione è complessa" disse l'architetto, e si lanciò in un'altra complicatissima spiegazione.
"Non ho capito le ultime duecentocinquanta parole, quindi cosa devo fare?"
"Dammi fiducia, domani torno a casa tua e riprendo i lavori"
"Anche no" rispose l'uomo "mi hai già spillato abbastanza soldi, mi rivolgerò a qualcun altro"

Il giorno dopo, però, mentre l'uomo rincasava trovò il ponteggio montato e gli operai al lavoro che, demolitori alla mano, facevano dei grossi buchi sui muri, a casaccio.
"Buongiorno" disse l'architetto, che era lì a controllare i lavori
"Che ci fai qui, marrano?" disse l'uomo "io non ti ho incaricato di fare nulla, torno giusto adesso da un'altro architetto al quale ho affidato i lavori"
"Tu sei incompetente, non posso permetterti di rovinare quello che è stato fatto fino ad ora affidando ad un altro i lavori. Ho parlato col sindaco e anche lui è d'accordo con me"
"Cazzo centro il sindaco? E' casa mia, lo decido io chi svolge i lavori"
"Non se compi scelte irresponsabili, mi dispiace, è nell'interesse della tua casa che i lavori li faccia io. Adesso per favore spostati che ho molto da fare"

Allora l'uomo prese una grossa pala poggiata lì vicino e la diede in testa all'architetto, di taglio, aprendogli il cranio in due come un melone.

FINE

giovedì 8 febbraio 2018

A proposito dei fatti di Macerata e della recludescenza del fascismo.

Niente introduzioni, inizio così, a bestia, in medias res.
Il fascismo non si combatte con le leggi ad hoc, non si combatte con le manifestazioni "anti" o coi presidi.
Potete anche arrestarli tutti, i fascisti, ce ne saranno altri e diventeranno sempre più forti.
Il fascismo si combatte con la buona politica: con la giustizia sociale, col welfare, con l'occupazione, con la lotta alla povertà.
Tutti punti su cui voi "antifascisti" che ci avete governato fino ad ora avete il carbone bagnato. Anzi, bagnatissimo.
La dittatura diventa un'opzione attraente quando le istituzioni democratiche falliscono, quando sono corrotte e losche, quando i problemi non solo non vengono risolti, ma vengono proprio negati alla radice.

Tutti voi "compagni" (virgolette d'obbligo) che adesso strepitate contro lo sdoganamento del fascismo, vi prenderei sonoramente a calci nel culo, se potessi. Perché questo sdoganamento l'avete permesso voi. Perché nel momento giusto avete preferito il compromesso e avete dato il vostro supporto a chi dal governo Monti in poi ha portato avanti politiche scellerate di riduzione dei diritti dei lavoratori e di macelleria sociale.
Perché quando ancora le forze di sinistra avevano un minimo di possibilità di contare qualcosa siete stati vigliacchi - o stupidi, o in malafede - e avete votato il PD perché l'importante era "battere Berlusconi". Complimenti.

Avete battuto Berlusconi, siete andati al governo, siete riusciti nella difficile impresa di fare peggio di lui, e adesso lui è tornato e molta gente dice beh, schifo per schifo, meglio l'originale.
Eppure dopo la caduta del governo Berlusconi ve l'avevano fatto anche vedere di che pasta erano fatti, dando il loro sostegno al governo Monti. Ma voi li avete votati lo stesso, nonostante tutto.

Avete sacrificato un ideale meraviglioso sull'altare della sconfitta del nemico, e adesso quel nemico è di nuovo qui, vivo e vegeto. Ma voi siete morti. I vostri - anzi, i nostri - ideali sono morti.

Screditati e sputtanati almeno per i prossimi 5-10 anni per colpa di chi sotto il simbolo e i colori che significavano uguaglianza, giustizia, lavoro e dignità ha creato una società più ineguale, più ingiusta, con meno lavoro e di qualità peggiore e di cui io e molti altri abbiamo ragione di vergognarci.
È colpa dei politici ma anche vostra che li avete votati lo stesso perché i colori erano quelli, senza accorgervi - ma era palese, e per questo ve ne faccio una colpa - che ci avevano traditi.

E adesso che il fascismo rialza la testa voi, che gli avete spianato la strada e gli avete lasciato campo libero, adesso voi tuonate che siamo in pericolo.

Voi che avete supportato Renzi che andava a parlare alla Confindustria e aveva come interlocutori principali le multinazionali e i grandi gruppi bancari. Voi che vi sentivate per questo moderni e social e rottamatori e avete lasciato che in questi anni fossero quelli di Casa Pound a portare il pane alle famiglie povere e a fare la lotta per il diritto alla casa, voi adesso vi scandalizzate del credito che l'estrema destra ha acquistato presso gli italiani.

Voi ora vi scandalizzate del fatto che per molti ormai voi siete i cattivi e loro sono i buoni. E vi trincerate dietro vecchi slogan, dietro la nostalgia della resistenza e della liberazione, dietro le foto del Duce appeso su Facebook con tanto di commenti sarcastici. Sperando che queste cose abbiano ancora effetto nei confronti di chi ormai dubita di tutto perché tutto avete distrutto e sputtanato.

I fascisti diventeranno sempre più forti, ed anzi più cercherete di reprimerli con la forza, più appariranno come "quelli buoni" che si ribellano ad un potere ingiusto ed opprimente. È paradossale ma a questo siamo arrivati.
L'unica speranza è cambiare rotta, cambiare linea politica e costruire una società sana, virtuosa, dove si lavora e si viene pagati il giusto, dove chi è disoccupato comunque non è disperato e non perde la dignità. In una società così il fascismo non attrae nessuno e appassisce come una pianta a cui non si dà acqua.
Altrimenti saremo fottuti, e sarà colpa vostra.