Un altro blog

Ad un certo punto mi sono reso conto che se avessi dovuto aprire un blog per ogni cosa che mi piace, mi interessa o ho semplicemente voglia di condividere ne avrei dovuto aprire una ventina. Fino ad ora ho fatto così e la cosa non ha funzionato: troppe cose dette in modo troppo sparpagliato. Ora questo è il mio unico blog, senza fronzoli e senza pretese: qui c'è tutto quello che ho voglia di raccontare. Ciao.

ATTENZIONE

A quanto pare è successo qualcosa di strano e molte delle immagini presenti nel blog sono sparite, compresa l'intestazione. Non ho idea di cosa sia successo, forse è colpa delle scie chimiche che mi faccio davanti al pc.
Mi scuso per il disagio e cercherò di riparare i danni appena possibile, nel frattempo i post sono ancora on-line quindi potete leggerli lo stesso.

martedì 29 maggio 2018

L'edificante storia dell'architetto e del tizio che voleva ristrutturare casa

Dal vangelo secondo Franz Karpanov leggiamo questa parabola edificante e dall'importantissimo insegnamento morale:

Un giorno un uomo voleva ristrutturare casa.
Andò quindi da un architetto, famoso per la sua abilità e la sua inventiva, chiedendogli di mettersi al lavoro.
Dopo un mese i lavori erano terminati e l'uomo tornò nella sua casa.
Il giorno dopo si accorse che una tubatura perdeva. Poi una finestra si staccò e rovinò a terra. Dopo qualche giorno fu la volta dell'impianto elettrico che andò in cortocircuito, e le perdite di gas dalla caldaia. L'uomo, deluso e arrabbiato, tornò dall'architetto.

"Hai fatto un lavoro di merda" disse
"E tu come fai a saperlo?" rispose l'architetto
"La casa cade a pezzi" rispose l'uomo
"Ma tu, per caso, sei laureato in architettura?"
"Ehmm, no, ma non capisco cosa cen..."
"E allora come ti permetti di dire che ho fatto un lavoro di merda, tu che sei ignorante in materia?"
"La casa cade a pezzi" ripetè l'uomo.
"La casa va benissimo" disse l'architetto, e si lanciò in una complicatissima spiegazione sul perchè la situazione era rosea, mostrando calcoli matematici, coefficienti, test sui materiali usati e via dicendo.
"Non ci ho capito un cazzo" disse l'uomo
"E' questo il problema, le persone che non capiscono e non sanno, eppure hanno la pretesa di mettere bocca su cosa è buono e cosa no. Certo, la casa non è ancora perfetta, ma sono orgoglioso del lavoro fatto fino ad ora. Abbiamo fatto il massimo, ma se mi darai ancora fiducia tornerò e sistemerò tutto"

L'uomo, che era di buon cuore (e anche un po' fesso) si lasciò convincere. L'architetto tornò al lavoro, si diede da fare per un paio di settimane e restuituì all'uomo le chiavi di casa.
La casa, però, era ancora più disastrata di prima. I mobili erano tutti storti, le porte cigolavano, anche gli elettrodomestici erano stati sostituiti con altri più scarsi. Vistose macchie di umidità si diffondevano sui soffitti. Le assi scricchiolavano e pioveva dentro. Una puzza di fogna abominevole veniva dal bagno, in cui il cesso aveva la tavoletta rotta e poggiata accanto al muro. I materassi giacevano a terra, sventrati, i cuscini erano sudici come se qualcuno ci avesse camminato sopra.
I pavimenti erano disseminati di escrementi di animali, nella sala da pranzo faceva bella mostra di sè un enorme cumulo di letame, mentre alcune carogne erano state lasciate a marcire nel cortile, circondate da mosche e dal fetore nauseabondo che da sempre accompagna i cadaveri.

"Sei impazzito?" urlò l'uomo, correndo sconvolto dall'architetto "che cosa hai fatto, fottuto bastardo psicopatico? Voglio indietro i miei soldi, pezzo di fango!"
"Questo è il linguaggio dell'odio e del risentimento, ed è inammissibile" disse l'architetto "considerato l'impegno che ci ho messo. Non si poteva fare altrimenti, considera che..." e seguirono buoni venti minuti di spiegazioni tecniche, con dati alla mano, grafici e calcoli "quindi converrai con me sulla bontà del lavoro fatto"
"Non ho capito un cazzo di quello che hai detto"
"Perchè tu non sei un architetto, come pretendi di capirlo? Devi essere responsabile e fidarti di me che sono preparato e so quello che faccio"
"Brutto stronzo, la casa era vecchia e acciaccata ma vivibile, da quando ci hai messo le mani tu è diventata l'incarnazione stessa della sfacelo"
"La questione è complessa" disse l'architetto, e si lanciò in un'altra complicatissima spiegazione.
"Non ho capito le ultime duecentocinquanta parole, quindi cosa devo fare?"
"Dammi fiducia, domani torno a casa tua e riprendo i lavori"
"Anche no" rispose l'uomo "mi hai già spillato abbastanza soldi, mi rivolgerò a qualcun altro"

Il giorno dopo, però, mentre l'uomo rincasava trovò il ponteggio montato e gli operai al lavoro che, demolitori alla mano, facevano dei grossi buchi sui muri, a casaccio.
"Buongiorno" disse l'architetto, che era lì a controllare i lavori
"Che ci fai qui, marrano?" disse l'uomo "io non ti ho incaricato di fare nulla, torno giusto adesso da un'altro architetto al quale ho affidato i lavori"
"Tu sei incompetente, non posso permetterti di rovinare quello che è stato fatto fino ad ora affidando ad un altro i lavori. Ho parlato col sindaco e anche lui è d'accordo con me"
"Cazzo centro il sindaco? E' casa mia, lo decido io chi svolge i lavori"
"Non se compi scelte irresponsabili, mi dispiace, è nell'interesse della tua casa che i lavori li faccia io. Adesso per favore spostati che ho molto da fare"

Allora l'uomo prese una grossa pala poggiata lì vicino e la diede in testa all'architetto, di taglio, aprendogli il cranio in due come un melone.

FINE

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