Un altro blog

Ad un certo punto mi sono reso conto che se avessi dovuto aprire un blog per ogni cosa che mi piace, mi interessa o ho semplicemente voglia di condividere ne avrei dovuto aprire una ventina. Fino ad ora ho fatto così e la cosa non ha funzionato: troppe cose dette in modo troppo sparpagliato. Ora questo è il mio unico blog, senza fronzoli e senza pretese: qui c'è tutto quello che ho voglia di raccontare. Ciao.

ATTENZIONE

A quanto pare è successo qualcosa di strano e molte delle immagini presenti nel blog sono sparite, compresa l'intestazione. Non ho idea di cosa sia successo, forse è colpa delle scie chimiche che mi faccio davanti al pc.
Mi scuso per il disagio e cercherò di riparare i danni appena possibile, nel frattempo i post sono ancora on-line quindi potete leggerli lo stesso.

domenica 21 aprile 2013

Vape Amarcord



Quando ho visto per la prima volta Emanuele Filiberto fare la pubblicità alla sigaretta elettronica sono stato seriamente tentato di tornare a pueblo + rizla silver. Meglio il tumore della vergogna, pensavo.
Poi ho resistito e adesso non ci penso quasi più, ma non nego che è stato un evento traumatico. Anche perchè quando ho iniziato a svapare (si diceva così, all'epoca) l'ho fatto per due motivi: primo perchè era meno dannoso, e secondo perchè per me la sigaretta elettronica aveva un sapore deliziosamente cyberpunk. Cyberpunk ed Emanuele Filiberto sono cose che non devono essere associate alla stessa cosa, cazzo.
Ad ogni modo, mi manca un po' la sensazione di essere parte di un'avanguardia. Fino all'anno scorso, quando ci si incontrava tra fumatori elettronici, era inevitabile fermarsi a parlare per una buona mezz'ora di liquidi, hardware e roba simile. Tre anni fa eravamo una sorta di elite, adesso non lo siamo più.
Incontro quotidianamente gente con la sua bella sigaretta elettronica e ormai non c'è più nulla di straordinario, non ci fermiamo a parlare, non ci si guarda nemmeno negli occhi. E' un po' triste come cosa, ma in fondo è giusto.
Ad ogni modo, spero che mi concediate, in questo post-amarcord, di raccontarvi tre anni di sperimentazioni attraverso una carrellata di pietre miliari nel mondo del fumo elettronico.

CATEGORIA

Non volevo inserirla perchè è poco più che un giocattolo, tuttavia devo farlo perchè è stata la mia prima sigaretta elettronica e perchè è stata la prima ad essere venduta nelle farmacie, ad un prezzo spropositato. E' così scarsa che nell'ambiente dei fumatori elettronici era chiamata "il fermaporta", e per di più la pubblicità la faceva Mastrota. Da suicidio.


RY4

Sviluppato dalla Dekang l'Ry4 era universalmente noto come il liquido più buono del mondo. E in effetti lo era, tanto che tutti cercavano di imitarlo, con risultati altalenanti. Adesso lo vendono un po' tutti ma la ricetta originale si è persa tra una selva di imitazioni, tanto che leggere Ry4 su una boccetta non è più una garanzia del gusto sublime di una volta.


SCREWDRIVER

Ah, lo Screwdriver! Tre anni fa si discuteva accanitamente se era meglio lo Screwdriver o la Tornado. Un po' come BMW e Mercedes. Lo Screwdriver era rude, puramente meccanico, interamente in alluminio. Le sue batterie da 900mah erano tra le più potenti in circolazione all'epoca. Il nome deriva dall'aspetto, molto simile ad un cacciavite. All'epoca lo feci comprare a un mio amico, e ogni tanto lui continua ad usarlo e lo custodisce gelosamente come un pezzo da museo. Gloria allo Screwdriver.
Poco dopo uscì la versione elettronica, il Nomad, ma non era la stessa cosa.


COPPER

Io amavo il Copper. L'essenza della sigaretta elettronica artigianale. Se lo Screwdriver era rude, il Copper era l'equivalente di un vichingo ubriaco. Un pezzo di tubo di rame, con tanto di estremità a forma di bullone. Spettacolare.


EGO/TORNADO

Se lo Screwdriver era un rude e meccanico pezzo di ferro la Tornado era la tecnologia e il design al giusto prezzo. All'epoca nessuno sapeva che sarebbe diventata lo standard, ma era già chiaro che oggettivamente non c'era storia: la batteria da 650mah tirava bene, la 1100 era un mostro. Potente ma facile da portare in giro, e oggettivamente piuttosto bella senza essere vistosa. Ed era anche sufficientemente robusta. Adesso, evoluzione dopo evoluzione, è così diffusa che praticamente vedi in giro solo quella, in cento versioni e colori differenti.


HEAVEN JUICE

Si chiamavano così i liquidi base da miscelare commercializzati da Flavour Art. Si discuteva tanto su quale delle tre combinazioni fosse la migliore. Ecco le proporzioni, nel caso in cui vi interessasse:
Heaven Juice tradizionale: 50% glicole propilenico, 40% glicerolo, 10% acqua
Ice Blade: la lama di ghiaccio, secco, per esaltare l'hit. 95% glicole propilenico, 5% acqua.
Velvet Cloud: il nome "nuvola di velluto" era dovuto al fatto che effettivamente faceva nuvoloni spettacolari. 80% glicerina, 20% acqua.


GGTS

Il GGTS, il sogno proibito di ogni fumatore elettronico. Un gioiello di alluminio e ottone lucidato, tutti lo volevano, pochi potevano permetterselo. Aveva il voltaggio variabile (cambiando le batterie), la regolazione del tiraggio, il serbatoio separato. Cose che ancora adesso non si trovano. Il logo era inciso col laser e tutti i pezzi erano numerati. Ancora oggi non l'ho mai visto dal vivo, ma so che prima o poi sarà mio, anche se dovessi usarlo come soprammobile.


510 LR

Quando uscì sollevò una ventata d'entusiasmo incontenibile: l'atomizzatore 510lr era la versione a bassa resistenza del 510 standard. I negozi se ne rifornivano e dopo 5 giorni erano già finiti. Si rompeva come niente, tanto che lo vendevano senza garanzia, ma ogni tiro ti spaccava i polmoni. Adesso non se ne trovano quasi più, ma all'epoca andava via come il pane.


TESLA FILTER / TANK

Se ne parlò per quasi un anno: un atomizzatore che non si asciugava, non si doveva ricaricare in continuazione, non sbrodolava da tutte le parti. Il nome pomposo dell'inizio fu sostituito con un più modesto "tank" quando fu commercializzato, e fu una delusione enorme. Il vapore era freddo, non sapeva di un cazzo e anche se il liquido era pesantissimo non si sentiva nemmeno.


PROVARI

Altra pietra miliare: il ProVari fu la prima sigaretta elettronica a voltaggio variabile controllato elettronicamente. Lo potevi spingere fino a sei volt e mezzo (se non ricordo male), senza bisogno di cambiare le batterie. Così ci potevi montare qualsiasi atomizzatore e potevi decidere la potenza. Aveva pure il display! Poco diffuso, purtroppo, perchè era caro e piuttosto ingombrante.


Q-HIT

Il mitico Qhit. Un liquido che dava l'hit (la sensazione in gola) della nicotina, ma senza nicotina. In teoria. Anche qui, mesi e mesi di speculazioni per un volgare liquido al peperoncino. Una volta non lo sentivi, un tiro dopo sembrava di fumare fuoco puro. Un altro passo falso.


CARTOMIZZATORI WR E CR

La svolta. Quello che il tank doveva essere e non è mai stato: serbatoio che permette di fumare un giorno intero, hit, vapore caldo. La eGo / Tornado con uno dei due montati è la sigaretta elettronica che trovate oggi nel 99% dei negozi.


THE MONSTER KARPANOV EDITION

Non è una pietra miliare, ma è la mia. Artigianale, in un metallo non ben precisato, corroso dal mare, dalle intemperie e dall'usura. Attacco eGo, batteria da 2900mah. Nell'attuale configurazione monta un cartomizzatore WR col boccaglio retto da un buono per uno shot omaggio che non ho mai usato. Mi è caduto a terra un paio di volte e comincia a perdere colpi, ma non riesco a decidermi a cambiarla.

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