Torno a scrivere sul blog dopo una piccola pausa dovuta a un po' di problemi (anzi pobblemi) che sto avendo in questi giorni. In ogni caso non sono qui per annoiarvi con le mie vicende personali, ma per regalarvi una botta di quasi insostenibile felicità.
Solitamente una recensione richiede più di un ascolto. Ascolti un album un paio di volte, anche di più, e quando hai un attimo libero ti siedi davanti al pc e scrivi la tua bella recensione seria.
Questa, quindi, non è una recensione, è solo un resoconto delle sensazioni che sto provando in questo preciso istante, la prima volta che ascolto questo album. E queste sensazioni vanno dall'esaltazione alla voglia di ridere al limite dell'eccitazione sessuale.
Partiamo dall'inizio: dei PreEmptiveStrike 0.1 avevo già sentito parlare, ma non mi ero mai preso la briga di ascoltarli, perchè li avevo presi per il solito gruppuscolo di second'ordine magari in grado di farti sorridere per dieci minuti, prima di passare a cose più serie.
Poi mi è capitato di venire a conoscenza di questo disco - T.A.L.O.S. - e di essere incuriosito dal concept legato alla mitologia greca, aggiornato però in chiave futuristica. Interessante, mi sono detto.
Così ho aperto spotify (santo spotify), ho digitato il nome del gruppo, trovato l'album e ammaccato (mi piace usare questa parola anche se un recensore serio non dovrebbe usare termini dialettali) play.
Questa cosa è avvenuta circa venti minuti fa.
Il primo impulso è stato di ridere come un cretino, ridere dalla felicità perchè questo disco è semplicemente impressionante. E anche adesso, mentre scrivo, ogni tanto mi fermo per sorridere nel vuoto come un'idiota.
E' impressionante la potenza, la cura dei suoni, le suggestioni che riesce ad ispirare, e sopratutto la commistione tra l'aggrotech più futurista e gli strumenti tradizionali greci. Intendiamoci, di per sè non è una trovata originalissima, già Heimataerde lo fa da un pezzo, ma qui - a differenza dell'appena citato progetto teutonico che non mi ha mai convinto fino in fondo - non si percepisce nessuna forzatura, l'armonia tra i due elementi decisamente lontani è praticamente perfetta. Anche perchè qui rimangono - giustamente - un po' in sordina, sono dove devono essere e non risultano mai invasivi. La voce, poi, non sfigurerebbe in gruppo black metal, è distorta, e ci sta, ma si capisce che la distorsione non è usata per camuffare una voce mediocre.
Se siete cultori del del genere immaginate i Trakktor di Halo of Lies (altro disco spettacolare) ancora più epici, ancora più grandiosi, ancora più violenti, con modulazioni sonore ancora più curate e con i succitati strumenti tradizionali greci (non chiedetemi quali sono esattamente perchè non ne ho la più pallida idea).
Vi lascio con la preview dell'album, se vi piace - e vi deve piacere, altrimenti vi tolgo il saluto - non avete che da aprire spotify e ascoltarlo tutto. Vi consiglio di tenere accanto un tovagliolo e del ghiaccio perchè potrebbe uscirvi sangue dal naso.
Ciao.
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